30 gennaio 2012

Unica

Sei la mia migliore amica perché non potrei mai immaginare di rivivere con nessun'altra quello che ho condiviso con te. Perché con nessun'altra avrebbe avuto il sapore che ha avuto (che ha) con te, o lo stesso significato. Perché nessun'altra, se non te, sarebbe riuscita a calmarmi come hai fatto tu ieri sera.
Perché ti conosco da otto anni, e non c'è mai stato un momento in cui non siamo andate d'accordo. 
Eppoi sei la mia migliore amica perché sai troppe cose di me, anche imbarazzanti: un nostro allontanamento potrebbe ritorcermisi contro... 
Ma. Nessuno mai più di te.

19 gennaio 2012

La profondità è ereditaria?

"Hai presente quando il pastore errante dell'Asia si domanda perché il gregge non abbia quella spinta all'infinito che contraddistingue l'uomo? Ecco. Ora mi sento un po' il gregge...". 
Le citazioni colte di mio fratello sono qualcosa per cui vale la pena aggiornare Facebook e questo blog, e per cui vale ancor di più la pena passare le 21.16 sul divano di casa insieme a lui che fa finta di leggere, ma che in realtà continua ad abbassare Narciso e Boccadoro di Hesse e a dire cose estremamente intelligenti. Frasi intrise di filosofia e di esistenzialismo quali: "Ma è che in genere io sono molto attivo, ho da fare... Invece ora non vorrei far altro che fissare il vetro della finestra e le luci verdi...", oppure ancora: "Sai che ho provato le caramelle Gelatine Tutti-i-gusti-più-uno e che per ogni colore c'era un gusto buono e uno cattivo?!". 

Ore 21.26, per continuare con le perle di un giovedì sera sonnacchioso: "Stavo pensando a un esempio per cui continuare a fare una cosa non rende la cosa giusta... Tipo... Miko continua a mangiare il legno, ma non è una cosa giusta... (Con aria perplessa) Chissà se l'ha capito che non si mangia... (Guardando Miko che gli lecca la guancia) Capito che non si mangia il legno?". 
(A onor di cronaca: questa gli è uscita dopo che mio papà ha osservato che magari sarebbe il caso di portare in casa le mie scarpe da corsa anziché lasciare all'umido fuori. Al che io ho risposto con aria di ovvietà che le ho sempre lasciate fuori, troncando ogni possibile replica da parte sua.)

O greggia mia che posi, oh te beata,
che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
(G. Leopardi)

17 gennaio 2012

Inverno

Doppio strato di guanti, calzini lunghi di lana, pantaloni per running termici, maglietta a rete, maglietta a maniche lunghe termica, ulteriore t-shirt di cotone, micropile che usavo per sciare. In più: fascia e copricollo di pile, cardiofrequenzimetro, Garmin Forerunner e Mizuno ai piedi. -3°C indicativamente.
Sono pronta per uscire a correre. 
"Io non capisco come tu possa tenere la temperatura della macchina fissa a 24 gradi, e poi uscire a prendere tutto questo freddo volontariamente e -lasciatelo dire- inutilmente": quando il conforto materno diventa primum movens...
Inutilmente? Il terreno, nella via che si snoda per i campi al di qua e al di là della stazione, conserva ancora un sottile strato di brina, e percepisco i passi che si affondano di pochi millimetri a formare orme dietro di me. I cristalli di ghiaccio che si sono formati nella notte ammantano il paesaggio di una stasi surreale. Il gelo potrebbe quasi essere scambiato per nevischio a causa del suo biancore, ma non è altro che rugiada congelata a formare delicati intrecci che si diramano da un ramo all'altro degli alberi spogli.
Di certo ci vuole una buona forza di volontà per uscire a correre con queste temperature, e farlo con costanza in qualsiasi stagione dell'anno. Ma non direi che lo faccio inutilmente: sono l'unico essere in movimento in una natura ghiacciata, superba, eppure piena di una grazia indescrivibile.

14 gennaio 2012

Caffè, cannella, questa mattina

Prendete tre uova e sbattetele con una frusta elettrica insieme a 100 g di zucchero grezzo di canna, che dà quel gusto caramellato che fa tanto chic. Montate le uova finché i granelli di zucchero non saranno sciolti e il composto risulterà spumoso e soffice. Prendete 100 g di burro e scioglietelo dolcemente a bagnomaria, quindi aggiungetelo al composto di uova con due vasetti di yogurt intero bianco, mescolando bene con un cucchiaio di legno. Setacciate 150 g di farina integrale e 150 g di farina d’orzo o d’avena, e incorporatele poco alla volta all’impasto insieme con una bustina di polvere lievitante, anch’essa setacciata, e un’abbondante manciata di cannella (imprescindibile con le mele, in inverno). Ora prendete tre renette belle grosse, sbucciatele, tagliatele a dadini e aggiungentele all’impasto per la torta. Versate il tutto in una teglia di ceramica imburrata e infarinata e cuocete per 45 minuti in forno preriscaldato a 180°C.
Il sabato mattina, svegliatevi presto e macinate nel vostro splendido macinino da caffè una manciata di chicchi di una pregiata selezione...
...chiudo gli occhi e ne inalo l’aroma tostato e intenso. Verso l’acqua nella moka, riempio il filtro con la polvere di caffè e metto la caffettiera sul fuoco al minimo, che la fiamma alta lo rovina. Taglio una fetta di torta, sento la moka gorgogliare e verso il caffè in una tazzina, macchiandolo con un goccio di latte. Mi siedo, faccio colazione e guardo il sole sorgere dietro le case.
Il cielo si stria di rosa e viola.
Il profumo di caffè.

9 gennaio 2012

Peccati di gola

Sebbene qualcuno stia tramando per farmi ingrassare per far sì che i miei innumerevoli ammiratori si allontanino da me (insomma, per farmi terra bruciata intorno), il diabolico piano non sembra dare i frutti sperati: la bilancia decreta insindacabilmente il fallimento della cospirazione.
Forse, la felicità brucia calorie. Brucia calorie non riuscire a smettere di sorridere, avere le labbra screpolate più per i baci che per il freddo, appoggiare la fronte alla sua, assistere a cinque manovre di parcheggio con aria interrogativa e divertita, prendere decisioni improvvise a notte inoltrata, vedere film d'essai con gli occhi incollati allo schermo e le dita intrecciate alle sue. Brucia calorie perfino farmi tentare da leccornie di pasticceria, con occhi furbi che mi guardano mentre apro un vassoietto di pasticcini da gourmet. 
E se la felicità non brucia calorie, beh, sarà la rovina mia e della mia credibilità professionale.

1 gennaio 2012

Fuochi d'artificio al ritmo di Tchaikovsky

Spettacolo pirotecnico a mezzanotte in una piazza illuminata a giorno: naso all'insù e schiena appoggiata a lui, le sue mani intorno alla vita.
Prima cioccolata calda del 2012, camminando per le vie del centro mentre torniamo alla macchina. Prima volta in assoluto che accendo la miccia a un razzo, con qualche (minimo, irrilevante) problema di orientamento. Prima dodici ore del nuovo anno. Primo risveglio. Prima colazione saltata. Primo pranzo, insieme, in un ristorante che... abbiamo ancora dubbi sul destino? 
Primo ritorno a casa dell'anno, aspettando il momento in cui la normalità sarà al rovescio.