26 marzo 2012

Dolce torpore

Primavera è...
Mettermi sotto il gazebo in giardino, sul tavolo in legno, posizionando la panca in modo da essere illuminata dalla luce del sole. Portare con me il Mac, la Moleskine e la penna: un random dei Cure di sottofondo mentre scrivo senza accorgermi che le pagine da una diventano due, tre, quattro. Lasciare libero in giardino il mio fantacane che rotola allegramente sull'erba, corre avanti e indietro, impedisce il passaggio a mia cugina che tenta di percorrere il vialetto di casa, sgranocchia ogni ramoscello di cui riesce ad entrare in possesso. Interrompere più volte una frase a metà, rivolgendo lo sguardo al sole a occhi socchiusi, in uno stato di grazia mentre mi lascio avvolgere dalla luce e dallo scintillio dei ricordi che evoco mentre scrivo.
Eppoi... 
Eppoi appoggiare la testa sulle braccia incrociate appoggiate al tavolo, pensando che mica mi addormento, è troppo scomodo per... addormentarmi... posizione... scomoda... voglio un... cuscino... ma non... mi... sto addormentando... è solo... beatitudine... primavera...
Riaprire gli occhi di soprassalto dopo quasi venti minuti mentre Robert Smith canta I don't care if monday's blue, tuesday's gray and wednesday too, thursday I don't care about you, it's friday I'm in love, rendendomi conto che sono terribilmente in ritardo e che rischio di arrivare nello studio del sindaco con il segno stropicciato della felpa sulla pelle del viso e che no, non sarebbe proprio professionale e ohmmioddio datemi un caffè forte e il dono di cambiarmi i vestiti in sessanta secondi netti.
-.-''' 

18 marzo 2012

Di parole impigliate

Penso che mettermi contro a calcio e calcetto sia simile al combattere mulini a vento.
E penso che i miei ritmi circadiani nel weekend subiscano un collasso terremotato.
Penso anche che ci sia un romanticismo stilnovistico quando mi si dice che "sei ossidante".
In effetti, non ci sono proprio motivi di continuare a dividermi tra Qui e Lì: duecento chilometri tra noi sono troppi, non ne vale davvero la pena.
 Non ne varrebbe la pena...
... se non fosse che mi bastano due giorni con Lui per avere il sorriso sulle labbra per il resto della settimana.
PS. Appena sarà stagione, farò una crostata piena di mirtilli. Pardon. Faremo. 

13 marzo 2012

Scelte: le deviazioni di atomi

In un mondo in cui tutto è possibile, l'unico freno è il momento della decisione: scegliere, e precludersi tutto ciò che non si è scelto. La vertigine della libertà di Kierkegaard, quel sentimento angoscioso che ti porta a non agire per paura di sbagliare: chi non l'ha mai provato?
Però. Nel *mio* mondo di infinite possibilità attuale, qualsiasi scelta possa prendere so che non porterà a sbagli, solo ad esperienze, positive o negative. E sono come una bambina davanti a un vassoio di pasticcini: insicura su quale scegliere, ma ben lontana
dall'angoscia. Ciascuno di essi sarà delizioso.
Ho voglia di fare, di agire, di mettere tutta me stessa e tutto il mio entusiasmo in progetti che mi frullano per la testa da un po', ma che non è mai stato tempo per realizzare. Ora, forse, sì: con un po' di rischio magari, ma mescolato a ottimismo in abbondanza.
Sarà la primavera che mi ispira stravolgimenti esistenziali.
Oltre che un'insana voglia di shopping, ma su questo sorvoliamo...


8 marzo 2012

Il mio sogno

Trovo profondamente ingiusto che proprio mentre la tempesta solare più forte degli ultimi cinque-sei anni offre spettacolari aurore boreali di questo calibro, io mi trovi a qualcosa come tremila chilometri di distanza. 

2 marzo 2012

Professionalità

"Scusami, ma una dietista che fa la Sachertorte non è ossimorico come Satana che va a messa? Insomma: è legale?"

Per il mio fratellino (finalmente!) neo-patentato questo ed altro!
Ora vado a farcire e glassare quel trionfo di calorie e zuccheri. Sperando di non fare qualche disastro nelle delicate operazioni di taglio orizzontale della torta e copertura con strato di cioccolato fuso.

[EDIT] Dalla ricetta: "(...) quindi colate al centro la glassa, spargendola con la spatola in modo uniforme".
Uniforme [u-ni-fór-me] agg.: uguale, senza difformità.
Sì, magari in un'altra vita e con una spatola spargi-glassa professionale...