26 febbraio 2012

Rarefazione

... ma perfezione è anche aprire una busta rossa e veder scivolare fuori il dvd di un film che sono mesi che vorrei vedere. E' rimanere accoccolata sul letto accanto a te nel buio della stanza, con il computer in equilibrio sulle gambe. E' rimanere in contemplazione della delicatezza delle scene, dei colori dell'autunno sulla pellicola, della dolcezza dei personaggi: è sentirsi dentro quei 95 minuti di proiezione, è innamorarsi di ciascuno di essi.
Perfezione è il modo in cui mi prendi in giro; ridere con te quando inciampo nei miei stessi passi; guardarti male se mi rubi il gelato; salire le scale mentre tu mi rallenti per indispettirmi; passare per sinceri appassionati di un artista che ho appena sentenziato darmi il mal di testa, e ottenerne addirittura il catalogo in omaggio "in via del tutto eccezionale"; immaginare con te motivazioni poco plausibili per cui la coppia seduta accanto a noi sembra proprio triste e scialba.
Sono i motivi per cui tutti questi chilometri tra noi sono solo un nulla momentaneo, pur se fastidioso. 

Però se in tutto questo ci fosse anche un coniglietto bianco e batuffoloso, la perfezione sarebbe anche più perfetta... Non capisco la tua ritrosia verso animali così...
... svenevoli. -.-'

21 febbraio 2012

Il valore simbolico

La perfezione non è solo una questione di controllo. Devi anche metterci il cuore.
(Da Il cigno nero, riguardato ieri sera accoccolata sul divano con papà e mamma)

Perfezione è fare merenda con una tazza di infuso di the verde e lamponi, e una frittella della mamma. Anche se rimango ferma davanti al vassoio di tentazioni ricoperte di zucchero a velo con l'indice sulle labbra e lo sguardo interrogativo, domandandomi con concentrazione se sia meglio una frittella *grande* o due frittelle piccole. Scelgo una frittella media-tendente-al-grande mentre mio fratello mi guarda quasi con costernazione e rassegnazione (sul genere: io avrei preso la frittella grande e quella piccola e quella media), e l'addento con tutta calma, lasciando che il sapore di un'infanzia e un'adolescenza dolceamara si diffonda sulla lingua, e poi arrivi all'amigdala, sede dei ricordi e delle emozioni.
Mi faccio bene, anche in tutte le mie contraddizioni e dissonanze. 

13 febbraio 2012

La chiamano "ginnastica dolce"

Questo (*) attrezzo nel pilates si chiama Chair ed è la mia morte. Per assumere la posizione della fotografia si deve lavorare solo di addominali: sembra un esercizio di braccia ma non lo è affatto. Vorrei far notare a chi mi dice che "non li ho" che tale affermazione è un'illazione, dal momento che riesco ad eseguire correttamente la figura. 
Solo che poi ho dolori ai muscoli che non vi dico... -.-'''

Buoni propositi per il futuro: voglio essere in grado di fare questo.


(seeeeh)
(*) Dato che non è immediato capire l'esercizio e la fotografia farebbe pensare a qualcosa di molto semplice, aggiungo che il pedale dei piedi inizialmente è rasoterra: si alza solo se si lavora con gli addominali.

7 febbraio 2012

Citazioni colte

Una giornata di mal di testa al-lu-ci-nan-te, durante la quale ho perso parecchio tempo (più del solito) in internet, nel particolare sfogliando alcuni album che raccolgono disegni favolosi pescati qua e là per il web. E sono giunta alla seguente conclusione, o per meglio dire conferma: io sono lei. Cioè, lei è me. Insomma, siamo uguali! (NB. Molto più di Mulan che mangia la crema d'avena, ci terrei a precisare...)


Per chi non fosse avvezzo a riferimenti disneyani (male: molto molto male), trattasi di Rapunzel - L'intreccio della torre, dopo che la protagonista è stata sciolta dall'incantesimo che le donava una folta chioma bionda, chioma che per altro la rendeva uno stereotipo di bellezza di facile presa.
A chi invece era venuta con me al cinema a vedere questo bellissimo film ricordo: "Ciaaao!" (dal minuto 1:05 qui!). Non so se il mio eroe è lui o Ken di Toy Story 3, tu che dici?

6 febbraio 2012

Uno spleen che si dissolve

I giorni più freddi dell'inverno, ma con ore scandite dal calore della dolcezza, dell'empatia, della sintonia.
Un lungo weekend che inizia con la merenda di venerdì: the alla menta & torta di carote dall'estetica non perfetta ma dal gusto più che ottimo (e molto crunchy); e termina in una domenica sera che ghiaccia i polmoni, della quale potrei mimare ogni espressione allusiva e ogni sopracciglio inarcato, scanditi da un climax e anticlimax di tonalità di voce. Nel mezzo, un giorno e mezzo di temperature sottozero, e stelle, astronomia, cinema, scalini; tempo che fugge e tempo che gela, tempo senza fretta e tempo di noi. Ingranaggi di orologi veri e fittizi, quasi allegoria di qualcosa che non può non essere. Karma, determinismo, o pura casualità quasi serendipica: purché ci sia il mio clinamen.